Lettera all'ing. Pietro G. CANNATA Segretario Generale Autorità di Bacino dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno - 13-02-02 - Vittorio Pagliarulo

 

 

Telese Terme, 12.02.2002

  

 

Egr. ing. Pietro G. CANNATA

Segretario Generale Autorità di Bacino

dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno

Piazzetta Giustino Fortunato, 10

80138  -  N  A  P  O  L  I

 

 

            Cliccando il portale internet dell’Autorità in indirizzo, sulla prima pagina del monitor appare l’articolo 1 della legge 183/89 che mi piace ripetere in quanto ha più l’aspetto di un monito che di un articolo di legge: esso sancisce che lo scopo della legge è quello di assicurare  ”…la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali”.

 

            Le scrivo dal Comune di Telese Terme, una volta ridente paesino della provincia di Benevento, situato, appunto,  in Valle Telesina, dove l’acqua la fa da padrone in tutti i sensi, in quanto, materialmente ci siamo appollaiati sopra. Tutti e tutto!

 

            Amiamo la nostra acqua che, nonostante la sovrabbondanza di gradi francesi di durezza che la caratterizza la beviamo, pregiandoci, come pochi, di poter dire che di tale ricchezza ne abbiamo così tanta che possiamo permetterci il lusso anche di nasconderla. Come è successo - ne sarà venuto a conoscenza - in via Udine, laddove una sorgente (magari per poter recuperare un’area edificabile) qualche decennio fa, fu sotterrata.

 

E’ informato anche dello sprofondamento violento, in quanto ho letto su un quotidiano locale che, con tempestività ha mandato un Suo tecnico in sopralluogo, per conoscere i fatti.

 

Pare che la sera del 7 febbraio u.s. in quel sito maledetto ci stesse scappando anche il morto: un tale sig. Salvatore che, anche se non riesce bene a capire cosa stesse accadendo, scappa via qualche attimo prima dello sprofondamento  della dolina. Egli era lì, in prossimità di un pozzo sul ciglio del quale si era affacciato in quanto sentiva strani brontolii.

 

            Abbandonando il tono ironico, servito solo a sbollentare la rabbia e solidarizzando con quelle famiglie che con grande fatica si sono indebitati per farsi una casa che ora vedono compromessa, non ho difficoltà a sostenere che, come al solito, i cancelli si chiudono dopo che gli armenti sono scappati.

 

Forse (il condizionale è d’obbligo) quanto si è verificato potrebbe servire ad aprire gli occhi e a farli aprire a chi, fin’ora, ha agito con la spregiudicatezza tipica dell’affarismo biecamente speculativo.

 

            Per tanti concittadini ha molto deluso un Sindaco, l’ing. Giuseppe D’Occhio, Suo predecessore all’Autorità di Bacino, anch’egli esperto di tutte le problematiche inerenti il governo delle acque, ma ahinoi interessato, forse per deformazione professionale o per scelte di indirizzo economico che ha voluto promuovere, quasi in assoluto, verso l’edilizia abitativa.

 

 

            In questo paese, ingegnere Cannata, è dal 1985 che i “cancelli” sono stati completamente divelti. “In nome e per conto dell’edilizia ad ogni costo e in ogni dove” si costruisce ovunque senza alcun rispetto dello sviluppo ecosostenibile. Vige il principio per il quale è sufficiente avere le “ carte a posto” dopo di che si può fare tutto e il contrario di tutto.

 

            Un PRG che definire scandaloso è poco, permette, ad esempio, insediamenti abitativi per svariate decine di appartamenti su aree laddove il PRG redatto 20 anni fa, non consentiva costruire neanche cuccette per cani.

 

            Si rilasciano concessioni per costruire alla confluenza dei fiumi Seneta e Grassano senza contare che il primo è a carattere torrentizio e quando va in piena impedisce il regolare deflusso del secondo che, conseguenzialmente, esonda proprio in quel sito dove si dovranno realizzare diversi manufatti.

 

Si ignora, altresì, che a meno di cento metri da questo sito, qualche decina di anni fa si verificò uno sprofondamento violento riempito nel tempo con grande difficoltà sino a diventare, appena l’anno scorso, Piazza Padre Pio.

 

            Nel giro di pochi mesi le notti di chi ha responsabilità di controllo e vigilanza si vanno facendo sempre più lunghe:

 

  •  due manufatti dell’I.A.C.P., in prossimità del lago mostrano segni di cedimento;

  •  poco dopo cede un collettore fognario di cui poco si è parlato;

  •  in contrada Lagni  devono intervenire i VV.FF  del locale distaccamento per verificare una crepa e segnali di cedimento di un edificio completato qualche anno fa e regolarmente abitato;

  •  ultimo in ordine di tempo i fatti del 7 febbraio ’02

 

            Per chi ne ha la funzione oltre che l’obbligo istituzionale del controllo  e giunto il tempo di rimboccarsi le maniche. Suppongo, altresì, che l’Autorità di Bacino assuma, con l’attenzione che il caso Telese richiede, la veste del controllore dei controllori in quanto le situazioni da gestire sono complesse e non riguardano solamente il caso riferito agli accadimenti del 7 febbraio u.s..

 

            Alcuni cittadini di Telese hanno assunto la funzione di coscienza critica dell’Amministrazione Comunale, curando un portale, di cui ne scrivo l’indirizzo in calce, che mette a nudo tutto ciò che viene ritenuto difforme dalla normalità. Ad ogni buon conto, allego un estratto di alcuni scritti che possono indurLa a qualche riflessione e, magari, a qualche controllo ulteriore per verificarne la veridicità e, quindi, alimentare la speranza che questo paese possa ritornare “normale”

 

            Distinti saluti.

 

L’indirizzo del portale Telesino: http://digilander.iol.it/vivitelese/

 

 

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Prof. Vittorio Pagliarulo

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